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NO STABULARIO FERRARA

Presso il polo chimico-biomedico dell’Università di Ferrara è in corso la realizzazione di nuovi laboratori adibiti alla sperimentazione animale, i lavori sono stati finanziati attraverso 1.965.962,19 € di fondi pubblici stanziati dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Por Fesr, Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013.

Il progetto esecutivo conferma gli animali qui stabulati verranno utilizzati a scopo didattico e di ricerca soprattutto negli ambiti delle neuroscienze e della farmacologia, in esperimenti tanto inutili quanto crudeli, anche senza anestesia.

La costruzione di un nuovo stabulario, che andrebbe ad ampliare quello già esistente del Laboratorio per le Tecnologie delle Terapie Avanzate, rappresenta anche uno spreco di risorse davanti al quale non possiamo rimanere indifferenti in un momento di profonda crisi economica come quello che stiamo attraversando.

Un cattivo uso di denaro, in quanto l’utilizzo del modello animale compromette inevitabilmente la predittività stessa dei risultati degli esperimenti: è dimostrato che esistano incolmabili differenze fisiologiche, anatomiche, comportamentali, di funzionalità del sistema immunitario, di possibile insorgenza di patologie, di crescita, di riproduzione e di longevità delle diverse specie, che non possono che inficiare lo studio di patologie tipicamente umane finché la ricerca sarà basata sulla sperimentazione animale.
Senza contare che i risultati degli esperimenti stessi possono essere alterati dalle variazioni nei parametri fisiologici degli animali a causa dello stress a cui sono sottoposti durante le normali procedure di laboratorio.

Al fine di ottenere risultati che siano rilevanti per l’uomo è opportuno che le risorse economiche vengano impiegate per finanziare metodi sostitutivi, ovvero metodi innovativi tecnologicamente avanzati, assolutamente estranei all’utilizzo di animali.

L’attuale letteratura scientifica presenta un crescente numero di articoli che critica esplicitamente l’uso del mai validato modello animale in favore dei metodi sostituivi, tra i quali possiamo annoverare per esempio
bioreattori multicompartimentali, IdMOC e Organs-on-a-chip nell’ambito della farmacologia.

Per approfondire, potete seguire il seguente link: http://thealternativeseu.wordpress.com/metodi-alternativi/

Ogni intervento riportato rimanda all’articolo scientifico originale corredato dalla bibliografia specifica e dettagliata di riferimento.

Alla luce delle critiche scientifiche nei confronti della sperimentazione animale nella ricerca biomedica, e delle implicazioni etiche imprescindibilmente connesse all’esposizione di esseri senzienti a stress, paura e dolore, si chiede all’Università degli Studi di Ferrara di non impiegare i finanziamenti per l’ampliamento dell’Animal Facility, bensì di contribuire alla realizzazione di un centro di ricerca all’avanguardia che sviluppi metodi innovativi e tecnologie avanzate non basate sull'uso di animali.

Si richiede anche l'immediato rilascio di tutti gli animali prigionieri dentro l'Università, dai sei macachi (Archimede, Cleopatra, Clarabella, Eddi, Cesare, Orazio) fino all'ultimo topolino.

COSA PUOI FARE TU?

Invia una mail al sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e al rettore di Unife Giorgio Zauli per chiedere la loro liberazione:
Indirizzi di posta elettronica:
segr.sindaco@comune.fe.it
rettore@unife.it

Fac-simile Oggetto: richiesta di liberazione dei macachi di Unife
Fac-simile testo: Chiedo la liberazione dei sei macachi rinchiusi presso Unife. Grazie. Nome e Cognome.

Se sei uno studente o un medico o un ricercatore  fai l'obiezione di coscienza, è un tuo diritto: AD- Legge 413 obiezione di coscienza.pdf

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Investigazione: I macachi rinchiusi e sottoposti a sperimentazione animale presso Unife

#macachi #unife #ferrara #sperimentazioneanimale #esperimenti #liberiamoli #animaliliberi #bastasofferenze

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25.01.2025 - Manifestazione per la liberazione dei macachi dell' Università di Ferrara

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16.01.2017 - Nuova richiesta di liberazione dei macachi stabulati all'interno del Polo Chimico Biomedico dell' Università di Ferrara


AL MAGNIFICO RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI F E R R A R A

AL SIG. SINDACO DEL COMUNE di FERRARA


Premesso che
Come l'antirazzismo si oppone a discriminazioni e violenze sulla base della presunta esistenza di razze umane, e l'antisessismo sulla base del genere, così l'Antispecismo si pone come movimento culturale, politico e filosofico volto al superamento dello specismo, ovvero la logica di dominio antropocentrico veicolata dall'uomo;

Premettendo inoltre che
L'appartenenza biologica alla specie umana non può giustificare eticamente il diritto di disporre e decidere della vita, libertà e del corpo di individui appartenenti ad altre specie, così come si ritiene eticamente inaccettabile l'abuso e sopraffazione di altri esseri umani sulla base di etnia, genere, orientamento sessuale e religione;

Poiché
UNIFE è una istituzione atta alla trasmissione della cultura in senso ampio, si ritiene debba riconoscere le implicazioni etiche inevitabilmente connesse alla Sperimentazione Animale che avviene all'interno dell'Ateneo;

Ricordando che
Tra le varie specie utilizzate per la SA presso Unife sono presenti almeno 6 macachi, primati non umani altamente gregari che necessitano di una vita in comunità e in gruppi familiari, condizione loro negata in laboratorio ove ogni individuo viene segregato in gabbie singole di dimensioni inferiori a 1 m3;

CHIEDONO
La liberazione dei suddetti macachi (CLEOPATRA, CLARABELLA, ARCHIMEDE, CESARE, EDDI E ORAZIO), reclusi all'interno del Polo Chimico Biomedico dell'Università di Ferrara (alcuni da 12 lunghi anni), mediante la sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra Comune di Ferrara e Università degli studi di Ferrara, al pari di quello sottoscritto tra Comune di Modena e Unimore che ha permesso la liberazione di 16 macachi.

CHIEDONO INOLTRE
Che siano rese note le condizioni dei suddetti macachi, in particolare se il loro numero è rimasto invariato oppure se alcuni di loro sono deceduti e in che circostanze;
Che sia reso noto il numero totale degli animali impiegati presso tutto l'Ateneo ferrarese, nello specifico il numero di individui per specie, il dipartimento in cui vengono impiegati, a che scopo e le loro condizioni attuali.
Un incontro per confrontarsi sui temi sopra esposti e per consegnare le 10.000 firme raccolte con la petizione contro la sperimentazione animale e contro lo stabulario Unife.

SEGNALANO INFINE
Di avere a disposizione un centro faunistico, strutturato anche grazie alla consulenza di primatologi del CNR, pronto a ricevere i suddetti macachi.
 

Distinti saluti.

ANIMAL DEFENDERS, I-CARE EUROPE ONLUS, LAV FERRARA, ENPA FERRARA, A CODA ALTA, ASSOCIAZIONE ANIMALI ESOTICI, G.A.T.A, LEGA DEL CANE FERRARA, A.V.E.D.E.V, OIPA FERRARA

Allegato: foto esclusiva ed originale dei macachi stabulati presso il polo chimico biomedico di Unife.

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25.12.2016 - Un altro Natale di prigionia per gli animali di Unife


Anche per questo 25 Dicembre, alcuni attivisti di Animal Defenders hanno affisso presso lo scalone del Municipio in Piazzetta Municipale a Ferrara un cartellone per ricordare che è Natale anche per Archimede, Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Orazio, i sei macachi che insieme a tanti altri animali sono stabulati all'interno di Unife. Mentre ognuno di noi si ritroverà con i propri cari per celebrare il Natale, in un momento di gioia e di condivisione, gli animali all'interno dei laboratori di ricerca dell'Università di Ferrara continueranno la loro detenzione. Chiusi in piccole gabbie singole che lasciano loro pochissimo spazio per muoversi, in un ambiente artificiale, privati della loro libertà e della possibilità di vivere una vita conforme alla loro natura, sottoposti a stress fisico e psicologico nonché a esperimenti invasivi per tutto il corso della loro vita.
Oggi le famiglie si riuniscono, non pensando che altre famiglie, sebbene di altre specie, siano state disgregate.
Ma tutto questo può avere fine. Animal Defenders chiede all'Università di Ferrara, al Comune di Ferrara e a tutte le autorità competenti, di compiere un atto di civiltà e di generosità, ovvero di liberare i macachi (come già avvenuto a Modena mediante un protocollo d'intesa tra Comune e Unimore) utilizzati per esperimenti nell'ambito delle neuroscienze e progressivamente anche tutti gli altri animali impiegati.
I macachi sono animali gregari, individui sociali che vivono liberi in spazi ampissimi e per natura creano stretti legami con i membri del proprio gruppo.
La prigionia all'interno di gabbie asettiche, che li tiene lontani dai propri simili, provoca loro grande sofferenza emotiva che non fa che acuire la sofferenza fisica provocata dagli esperimenti stessi.

OGGI E' NATALE ANCHE PER LORO, ANIMALI LIBERI.

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10.12.2016 - Giornata Internazionale dei Diritti Animali

Il 10 dicembre del 1948 è stata sottoscritta dai membri delle Nazioni Unite la Dichiarazione universale dei diritti umani, il primo codice etico che sancisce inviolabili valori di libertà uguaglianza e giustizia per ogni uomo in ogni luogo ed in ogni tempo. Non a caso dal 10 dicembre del 2007 è stata indetta la Giornata internazionale per i diritti degli animali, al fine di estendere questi valori fondamentali di rispetto e diritto alla vita a tutti gli animali non umani su cui viene perpetrato ogni tipo di abuso. Uno dei settori in cui più di tutti gli animali sono oggetto di sfruttamento è la ricerca, per questo oggi si è svolta una manifestazione a Ferrara per chiedere la liberazione di tutti gli animali detenuti dentro il Polo Chimico Biomedico di UNIFE. Tra questi animali ci sono sei macachi di nome EDDI, CLARABELLA, ORAZIO, CLEOPATRA, CESARE E ARCHIMEDE. Alcuni di loro, sono rinchiusi al suo interno, in piccolissime gabbie da più di DODICI ANNI.

Università che ricordiamo non molla la presa sugli animali che tiene prigionieri e che anzi ha rilanciato chiedendo al Comune l'autorizzazione per poter ampliare ulteriormente lo stabulario e realizzare nuovi laboratori di sperimentazione animale.

All'evento hanno aderito: Animal Defenders, Lav Ferrara, Enpa Ferrara, Avedev Ferrara, Lega del Cane Ferrara, Animaliamo Bondeno, a Coda Alta, Animal Liberation, Gata.

#FERMIAMOUNIFE

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25.12.2015 - Un altro Natale di prigionia per gli animali di Unife


Anche per questo 25 Dicembre, alcuni attivisti di Animal Defenders hanno affisso sotto la targa del polo chimico-biomedico dell'Università di Ferrara, un cartellone per ricordare che è Natale anche per Archimede, Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Orazio, i sei macachi che insieme a tanti altri animali sono prigionieri dentro lo stabulario Unife. Mentre ognuno di noi si ritroverà con i propri cari per celebrare il Natale, in un momento di gioia e di condivisione, gli animali stabulati all'interno dei laboratori di ricerca dell'Università continueranno la loro detenzione. Chiusi in piccole gabbie che lasciano loro pochissimo spazio per muoversi, in un ambiente artificiale, privati della loro dignità, della loro libertà e della possibilità di vivere una vita conforme alla loro natura, sottoposti a stress fisico e psicologico nonché a esperimenti invasivi per tutto il corso della loro vita.
Oggi le famiglie si riuniscono, non pensando che altre famiglie, sebbene di altre specie, sono state disgregate.
Ma tutto questo può avere fine. Animal Defenders chiede all'Università di Ferrara e a tutte le autorità competenti, di compiere un atto di civiltà e di generosità, ovvero di liberare i macachi utilizzati per esperimenti nell'ambito delle neuroscienze e progressivamente anche tutti gli altri animali impiegati.
I macachi sono animali estremamente simili all'uomo: sono individui sociali, vivono liberi in spazi ampissimi e per natura creano stretti legami con i membri del proprio gruppo.
La prigionia all'interno di gabbie asettiche, che li tiene lontani dai propri simili, provoca loro grande sofferenza emotiva che non fa che acuire la sofferenza fisica provocata dagli esperimenti stessi.

OGGI E' NATALE ANCHE PER LORO, ANIMALI LIBERI.

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10.12.2015 - Veglia serale per la Giornata Internazionale dei Diritti Animali

Il 10 dicembre del 1948 è stata sottoscritta dai membri delle nazioni unite la dichiarazione universale dei diritti umani, il primo codice etico che sancisce inviolabili valori di libertà uguaglianza e giustizia per ogni uomo in ogni luogo e in ogni tempo. Non a caso dal 10 dicembre del 2007 è stata indetta la giornata internazionale per i diritti degli animali, al fine di estendere questi valori fondamentali di rispetto e diritto alla vita a tutti gli animali non umani su cui viene perpetrato ogni tipo di abuso. Uno dei settori in cui più di tutti gli animali sono oggetto di sfruttamento è la ricerca, per questo Animal Defenders ha dedicato la giornata organizzando il 10.12.2015 alle ore 21.00 una veglia serale a Ferrara di fronte al Polo Chimico Biomedico Unife per ricordare tutti gli animali detenuti al suo interno, tra cui sei macachi: EDDI, CLARABELLA, ORAZIO, CLEOPATRA, CESARE E ARCHIMEDE. Alcuni tra questi sei macachi, sono al suo interno rinchiusi in piccolissime gabbie, da più di DODICI ANNI.
La veglia ha lo scopo di ricordare ancora una volta che l'uomo sulla base dei valori di giustizia e libertà che dichiara di sostenere, ha il dovere morale di liberarsi dalla logica antropocentrica di dominio che vede il sacrificio di essere viventi sull'altare della scienza.
Per questo non solo si fa appello ad un tipo di ricerca che non impieghi animali nel suo sviluppo, ma anche alle autorità competenti che hanno il potere di cambiare le cose.

ANIMALI LIBERI.

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07.05.2015 - Stabulario gli animalisti non mollano

Le associazioni animaliste non mollano la presa sullo stabulario dell’Università di Ferrara e fanno compiere un salto di qualità alla protesta contro l’utilizzo di animali per la sperimentazione e contro l’ampliamento dello stesso stabulario, chiedendo con urgenza di riunire la Consulta comunale delle associazioni tutela degli animali e di ottenere un incontro con il presidente del Consiglio comunale e con i capigruppo consiliari.
La richiesta è stata inoltrata al presidente della Consulta, l’assessore Chiara Sapigni, e ai diretti interessati (presidente del consiglio Girolamo Calò e capigruppo), informando anche il sindaco Tagliani e il direttore dell’Unità operativa attività veterinarie dell’Ausl, Chiara Berardelli. L’intento degli animalisti è duplice: da una parte vorrebbero essere messi a conoscenza degli esiti del sopralluogo effettuato recentemente presso lo stabulario da parte dei Nas, dall’altra si propongono di coinvolgere l’intero Consiglio comunale sollecitandolo a prendere coscienza del problema e a dare attuazione ai principi che lo stesso Comune aveva espresso, “ma mai portato avanti”, attivando un tavolo tra Comune e Unife.
Come fanno notare le associazioni animaliste firmatarie della richiesta (A coda alta, Animal Defenders, Avedev, Enpa sezione di Ferrara, Gata, Lav Ferrara, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Lipu Ferrara e Oipa Ferrara), nel Regolamento comunale approvato dal Consiglio il 24 novembre del 2008 viene stabilito che “Il Comune di Ferrara intende proseguire l’impegno affinché nel suo contesto territoriale siano introdotte per le attività che prevedono l’utilizzo di animali vivi a scopi sperimentali metodologie scientifiche sostitutive all’utilizzo degli animali vivi. In questo senso, si impegna a dare concreta attuazione ad un Protocollo d’Intesa con l’Università degli Studi di Ferrara per il non utilizzo degli animali vivi a scopo didattico”. “Cosa ha fatto il Comune – domandano gli animalisti – per applicare questo articolo di un Regolamento che esso stesso si è dato? Pare proprio il nulla. Che cosa aspetta? Che cosa ne pensano i vari esponenti politici del Consiglio Comunale? Non sarebbe forse ora, dopo 7 anni di vita del Regolamento, di darsi una mossa”?
Modena l’ha appena fatto, riferiscono le associazioni animaliste, sottoscrivendo fra il Comune e l’Università di Modena e Reggio Emilia un protocollo nel quale viene concordato il termine della sperimentazione dei 16 macachi utilizzati del dipartimento di Neuroscienze della Facoltà di Medicina e la prossima liberazione degli stessi. “E’ anche vero – aggiungono – che l’Università ha ribadito che la ricerca andrà avanti in futuro, ma per ora viene sospesa per due anni, per dedicarsi all’analisi dei test effettuati, proseguendo su un unico esemplare inserito in modo “irreversibile” nella sperimentazione. Per intanto, 16 di loro finiranno le sofferenze della sperimentazione. Ed è già un primo importantissimo risultato. Secondo il rapporto Eurispes Italia 2014 ben l’ 81,6% degli italiani è contrario alla vivisezione mentre è favorevole ad essa solo il 16%. In Italia, sono 900.000 gli animali utilizzati per la sperimentazione, e ben 12.000.000 in tutta Europa. Sono dati che debbono far riflettere tutti, anche chi amministra una città. Se ci è riuscito il Comune di Modena, ci chiediamo cosa avrebbe dovuto fare quello di Ferrara, che si era impegnato in tal senso, e da molti anni, con un proprio Regolamento, che dovrebbe essere “legge” per le Autorità Comunali”.
Segue, a rafforzare l’urgenza e l’importanza della richiesta, tutta una serie di motivazioni di carattere sia etico che scientifico a sostegno della tesi animalista sull’opportunità di interrompere la sperimentazione su animali e sostituirla con metodi alternativi. “Gli esperimenti – spiegano le associazioni – sono sempre dolorosissimi: gli animali vengono immobilizzati, sottoposti a continui prelievi ed operazioni chirurgiche, che si teme possano essere svolti anche senza anestesia. Il caso dei macachi è esemplare di quanto dolore e stress siano conseguenze inevitabili nel corso della sperimentazione a cui sono sottoposti: la fase sperimentale vera e propria della ricerca in cui sono coinvolti presso l’Università di Ferrara è preceduta da interventi chirurgici che consistono nell’apertura del cranio con perforazione delle meningi e della corteccia cerebrale, per impiantare elettrodi nonché una camera di registrazione e un sistema di fissaggio della testa al fine di tenerla immobile. Questi primati non umani, sono altamente gregari e necessitano della vita in comunità e in gruppi familiari, condizione che in laboratorio viene loro negata poiché ogni individuo viene segregato all’interno di gabbie singole di dimensioni inferiori a 1 m3. Al termine delle procedure sperimentali gli animali vengono sempre e comunque soppressi, o come si dice in ambito scientifico “sacrificati”, con dose letale di barbiturici o di Tanax, perché irrecuperabili. Oltre che dal punto di vista etico, questi esperimenti sono inaccettabili anche dal punto di vista scientifico. Sempre riportando l’esempio dei macachi non si può ignorare che il cervello di una scimmia non è il cervello di un uomo (diversa è l’estensione della corteccia cerebrale nonché la localizzazione delle aree sensitive e motorie) e che questi metodi invasivi e cruenti possono essere sostituiti facilmente dallo studio diretto del cervello umano con metodi totalmente precisi e indolori quali la risonanza magnetica che è in grado di fornire immagini neuroanatomiche altamente definite. Una vera tortura e ingiustizia, nonché un errore metodologico a livello scientifico, contro cui si battono da sempre le associazioni per la tutela animale italiane, ma anche a Ferrara, e in particolare negli ultimi mesi con numerose iniziative promosse dall’Associazione Animal Defenders, che ha anche organizzato nella nostra città nell’ottobre 2014 una importante e partecipata manifestazione, a conferma che i cittadini maturano sempre più un “sentimento popolare” su tale crudele pratica, di cui le Istituzioni non possono più non tenerne conto”
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05.05.2015 - Cosa succede ai macachi prigionieri nell' Università di Ferrara?


La fase sperimentale vera e propria della ricerca è preceduta da interventi chirurgici che consistono nell’apertura del cranio con perforazione delle meningi e della corteccia cerebrale, per impiantare elettrodi nonché una camera di registrazione e un sistema di fissaggio della testa al fine di tenerla immobile.
A seguito dell’intervento chirurgico, il macaco viene messo in isolamento, tenuto in osservazione e gli vengono somministrati antibiotici e analgesici per evitare infezioni derivanti dalla presenza di corpi estranei e dall’esposizione del tessuto cerebrale.
Quando l’animale dimostra di avere superato l’operazione , comincia l’esperimento vero e proprio che è frutto di una fase preliminare della ricerca che prende il nome di condizionamento.
Il condizionamento consiste in un vero e proprio addestramento in cui i macachi vengono progressivamente abituati alla presenza umana per essere resi docili e collaborativi. Il ricercatore conquista la fiducia dell’animale nutrendolo e giocando con lui ma solo per creare quel clima familiare che non consente all’animale di ribellarsi a ciò a cui viene sottoposto.
Al termine delle procedure sperimentali gli animali vengono sempre e comunque soppressi, o come si dice in ambito scientifico “sacrificati”, con dose letale di barbiturici o di Tanax, perché irrecuperabili.
Alla luce di questi fatti, sono numerose le domande che ci poniamo.
In primo luogo, ci chiediamo come sia possibile sostenere che questi animali vivano in una condizione di benessere che non comporti né dolore fisico, né angoscia. Se si trattasse di esperimenti non dolorosi non sarebbe necessario il ricorso ad anestesia generale e ad analgesia protratta per vari giorni dopo l’operazione chirurgica.
Già a partire dalla stabulazione stessa, i livelli di ansia e stress non possono che essere notevoli ed evidenti. I macachi sono primati non umani, animali altamente gregari che necessitano della vita in comunità e in gruppi familiari, condizione che in laboratorio viene loro negata poiché ogni individuo viene segregato all’interno di gabbie singole di dimensioni inferiori a 1 m3.
Inoltre, perché ricorrere a metodi così invasivi e cruenti quando è possibile lo studio diretto del cervello umano con metodi totalmente precisi e indolori quali la risonanza magnetica che è in grado di fornire immagini neuroanatomiche altamente definite?
Non si può ignorare che il cervello di una scimmia NON è il cervello di un uomo, diversa è l’estensione della corteccia cerebrale nonché la localizzazione delle aree sensitive e motorie.
Urge pertanto che la ricerca basata sul modello animale venga messa da parte in favore di una ricerca a RILEVANZA UMANA.

LIBERIAMOLI DA UNIFE

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28.04.2015 - Veglia notturna davanti allo stabulario Unife


Martedì 28 Aprile, in occasione del terzo anniversario dal giorno in cui una decina di attivisti fece irruzione all’interno di Green Hill liberando 61 dei 2700 beagle prigionieri dell’allevamento, Animal Defenders ha organizzato a Ferrara presso il Polo Chimico Biomedico dell’Università, una veglia notturna per chiedere nuovamente la liberazione dei macachi e degli altri animali stabulati al suo interno. Hanno aderito all’iniziativa diverse associazioni del territorio (Lav Ferrara, Enpa Ferrara, Oipa Ferrara, Animal Liberation, Lega del Cane di Ferrara, A Mici del Delta, Zoe, Avedev, A Coda Alta, Animal Amnesty, Aee Onlus), nonché numerosi volontari e cittadini.
Nonostante quasi due anni di campagna, la cui ultima azione ha visto gli attivisti di Animal Defenders compiere lo scorso 24 Aprile un triplo flash mob (presso il Polo Chimico Biomedico dell’Università, la sede del Rettore e il Palazzo Municipale), l’Università di Ferrara ha recentemente dichiarato alla stampa locale che l’impiego dei macachi nei laboratori dell’Ateneo continuerà e che gli animali non verranno liberati. Viene affermato inoltre che gli animali godono di uno stato di benessere che non dovrebbe destare preoccupazioni.
A seguito di queste dichiarazioni viene spontaneo rendere noto in che cosa consista la tipologia di ricerca che viene effettuata sui macachi all’interno dello stabulario Unife.
La fase sperimentale vera e propria della ricerca è preceduta da interventi chirurgici che consistono nell’apertura del cranio con perforazione delle meningi e della corteccia cerebrale, per impiantare elettrodi nonché una camera di registrazione e un sistema di fissaggio della testa al fine di tenerla immobile.
A seguito dell’intervento chirurgico, il macaco viene messo in isolamento, tenuto in osservazione e gli vengono somministrati antibiotici e analgesici per evitare infezioni derivanti dalla presenza di corpi estranei e dall’esposizione del tessuto cerebrale.
Quando l’animale dimostra di avere superato l’operazione , comincia l’esperimento vero e proprio che è frutto di una fase preliminare della ricerca che prende il nome di condizionamento.
Il condizionamento consiste in un vero e proprio addestramento in cui i macachi vengono progressivamente abituati alla presenza umana per essere resi docili e collaborativi. Il ricercatore conquista la fiducia dell’animale nutrendolo e giocando con lui ma solo per creare quel clima familiare che non consente all’animale di ribellarsi a ciò a cui viene sottoposto.
Al termine delle procedure sperimentali gli animali vengono sempre e comunque soppressi, o come si dice in ambito scientifico “sacrificati”, con dose letale di barbiturici o di Tanax, perché irrecuperabili.
Alla luce di questi fatti, sono numerose le domande che ci poniamo.
In primo luogo, ci chiediamo come sia possibile sostenere che questi animali vivano in una condizione di benessere che non comporti né dolore fisico, né angoscia. Se si trattasse di esperimenti non dolorosi non sarebbe necessario il ricorso ad anestesia generale e ad analgesia protratta per vari giorni dopo l’operazione chirurgica.
Già a partire dalla stabulazione stessa, i livelli di ansia e stress non possono che essere notevoli ed evidenti. I macachi sono primati non umani, animali altamente gregari che necessitano della vita in comunità e in gruppi familiari, condizione che in laboratorio viene loro negata poiché ogni individuo viene segregato all’interno di gabbie singole di dimensioni inferiori a 1 m3.
Inoltre, perché ricorrere a metodi così invasivi e cruenti quando è possibile lo studio diretto del cervello umano con metodi totalmente precisi e indolori quali la risonanza magnetica che è in grado di fornire immagini neuroanatomiche altamente definite?
Non si può ignorare che il cervello di una scimmia NON è il cervello di un uomo, diversa è l’estensione della corteccia cerebrale nonché la localizzazione delle aree sensitive e motorie.
Urge pertanto che la ricerca basata sul modello animale venga messa da parte in favore di una ricerca a RILEVANZA UMANA.
Con la veglia di Martedì 28 Aprile, si vuole fare luce su quello che avviene all’interno dei laboratori dell’Università di Ferrara, ma anche fare luce sulle coscienze di chi ha l’autorità per porre fine a tutto questo.
Questo comunicato si presenta come una rinnovata richiesta rivolta al Magnifico Rettore dell’Università di Ferrara e all’ Egregio Signor Sindaco di compiere un atto di civiltà, analogamente a quanto è successo a Modena ove lo scorso 15 Aprile 2015 l’Ateneo e il Comune hanno firmato un protocollo che stabilisce la fine degli esperimenti sui sedici macachi stabulati all’interno di Unimore e l’imminente liberazione degli stessi.
Si richiede pertanto la liberazione dei macachi detenuti presso il Polo Chimico Biomedico Unife e il loro affidamento ad associazioni no-profit che si occuperanno a loro spese della loro riabilitazione e del recupero dai traumi derivanti dalla segregazione e dalla sperimentazione.
LIBERIAMOLI DA UNIFE

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24.04.2015 - Stabulario Unife: I N.A.S. sono entrati, ora fuori i Macachi

Venerdì 24 Aprile, in occasione della Giornata Mondiale ONU degli Animali “da Laboratorio” l’associazione Animal Defenders ha effettuato un triplice flash-mob a Ferrara presso il Palazzo Municipale, il Polo Chimico Biomedico dell’Università e la sede del Rettore.
Durante questo giorno non solo si ricorda lo sterminio silenzioso di milioni di animali che ogni anno soffrono e muoiono all’interno dei laboratori in nome di una ricerca inutile e dolorosa, ma anche un momento storico per il movimento anti-vivisezionista italiano: il 24 Aprile 2010 si è tenuto il primo corteo nazionale contro Green Hill a Montichiari (BS), evento da cui è scaturita la grande campagna contro il più grande allevamento di beagle destinati alla sperimentazione animale in Europa, conclusasi con la liberazione di tutti gli animali detenuti al suo interno e con la condanna dei suoi dirigenti lo scorso 23 Gennaio 2015.
Durante il flash-mob gli attivisti hanno dispiegato uno striscione riportante lo slogan: “STABULARIO UNIFE, I N.A.S. SONO ENTRATI ORA FUORI I MACACHI” in riferimento alla notizia pervenuta all’associazione in merito all’intervento dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (N.A.S.) del Corpo dei Carabinieri, i quali sarebbero entrati diverse volte all’interno dello stabulario e dei laboratori dell’Università di Ferrara.
Già lo scorso Ottobre 2014, pochi giorni prima del corteo nazionale organizzato da Animal Defenders contro l’ampliamento dello stabulario Unife, che ha visto la città di Ferrara invasa da più di mille attivisti e più di quaranta associazioni provenienti da tutta Italia, due deputati della Camera (gli On. Paolo Bernini e Cristian Iannuzzi) si erano recati presso i laboratori, preoccupati in merito al trattamento e alle condizioni dei macachi presenti nella struttura, ma l’accesso è stato loro inspiegabilmente negato.
A seguito di ciò, l’associazione Animal Defenders, con la collaborazione dell’On. Paolo Bernini e del Dott. Massimo Tettamanti, ha presentato tramite l’Avv. Ugo Ferroni del Foro di Ferrara un esposto richiedendo accertamenti in merito allo stato di salute e di benessere degli animali stabulati.

Parallelamente agli avvenimenti attorno al caso di Ferrara, è recente la notizia di quanto è accaduto all’Università di Modena e Reggio Emilia. Lo scorso 15 Aprile 2015 l’ Ateneo e il Comune di Modena hanno firmato un protocollo che stabilisce la fine degli esperimenti sui sedici macachi stabulati all’interno di Unimore e l’imminente liberazione degli stessi.
Il flash-mob di oggi 24 Aprile e il presente comunicato vogliono essere una ulteriore richiesta rivolta al Magnifico Rettore dell’Università di Ferrara e all’ Egregio Signor Sindaco di compiere un atto di generosità analogo, ovvero la liberazione dei macachi detenuti presso il Polo Chimico Biomedico Unife, per affidarli ad associazioni no-profit che si occuperanno a loro spese della loro riabilitazione e del recupero dai traumi derivanti dalla segregazione e dalla sperimentazione.
 

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23.01.2015 - Flash Mob presso Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara

Venerdì 23 Gennaio 2015, in occasione della storica sentenza che vede condannati tre dei quattro imputati del processo a Green Hill 2001, il più grande allevamento di Beagle destinati alla Sperimentazione Animale in Europa, di proprietà della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, l’associazione Animal Defenders ha organizzato un Flash Mob di fronte all’entrata del Teatro Comunale Claudio Abbado in piazza a Ferrara, dentro al quale si stava svolgendo uno spettacolo con raccolta fondi per la campagna Telethon, fondazione che pratica sperimentazione su animali.
Gli attivisti dell’associazione hanno dispiegato di fronte agli spettatori del Teatro un lungo striscione riportante lo slogan “STABULARIO UNIFE COME GREEN HILL. ANIMALI LIBERI”.
Il riferimento va al polo chimico biomedico dell’Università di Ferrara, dove sono detenuti gli animali utilizzati dai ricercatori in esperimenti negli ambiti della farmacologia e delle neuroscienze, e dove è tuttora in corso l’ampliamento dello stabulario stesso. Tra gli animali prigionieri nella struttura Animal Defenders ricorda particolarmente i macachi, impiegati in esperimenti invasivi e dolorosi e relegati ad una vita non conforme all’etologia della loro specie.

Con tale atto pacifico, Animal Defenders chiede nuovamente un atto di generosità da parte dell’Università di Ferrara e di tutte le autorità competenti, ovvero la liberazione immediata dei macachi, nonché la conversione della struttura in un centro di ricerca all’avanguardia dove la sperimentazione su animali venga sostituita dai più recenti e affidabili metodi non basati sul modello animale.

ANIMALI LIBERI.

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25.12.2014 - Flash Mob di Natale contro la vivisezione e lo Stabulario di Ferrara

Oggi 25 Dicembre 2014, approfittando delle prime luci dell'alba, alcuni attivisti di Animal Defenders hanno affisso sotto la targa del polo chimico-biomedico dell'Università di Ferrara, uno striscione riportante il seguente slogan: “E' NATALE ANCHE PER LORO, ANIMALI LIBERI”. Mentre ognuno di noi si ritroverà con i propri cari a celebrare il Natale, in un momento di gioia e di condivisione, gli animali stabulati all'interno dei laboratori di ricerca dell'Università continueranno la loro detenzione. Chiusi in piccole gabbie che lasciano loro pochissimo spazio per muoversi, in un ambiente artificiale, privati della loro dignità, della loro libertà e della possibilità di vivere una vita conforme alla loro natura, sottoposti a stress fisico e psicologico nonché a esperimenti invasivi e dolorosi.
Oggi le famiglie si riuniscono, non pensando che altre famiglie, sebbene di altre specie, sono state disgregate.
Ma tutto questo può avere fine. Animal Defenders chiede all'Università di Ferrara e a tutte le autorità competenti, di compiere un atto di generosità, ovvero di liberare i macachi utilizzati per gli esperimenti nell'ambito delle neuroscienze.
I macachi sono animali estremamente simili all'uomo: sono individui sociali, vivono liberi in spazi ampissimi e per natura creano stretti legami con i membri del proprio gruppo.
La prigionia all'interno di gabbie asettiche, che li tiene lontani dai propri simili, provoca loro grande sofferenza emotiva che non fa che acuire la sofferenza fisica provocata dagli esperimenti stessi.

OGGI E' NATALE ANCHE PER LORO, ANIMALI LIBERI.

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10.12.2014 - Flash Mob contro la vivisezione e lo Stabulario di Ferrara

Animal Defenders torna sotto il polo chimico-biomedico dell’Università di Ferrara per chiedere la liberazione di tutti gli animali detenuti all’interno dei suoi laboratori a scopo di ricerca. Dopo il lancio della raccolta firme contro la costruzione del nuovo stabulario adibito a sperimentazione animale e dopo il successo del corteo contro la vivisezione dello scorso 11 ottobre, l'associazione torna alla carica con un simbolico flash mob in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti degli Animali. Per celebrare questa ricorrenza, istituita il giorno 10 dicembre di ogni anno dal 2007, ieri sera una ventina di attivisti si è data appuntamento davanti allo stabulario in via Fossato di Mortara 27 per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sugli animali stabulati da Unife.

Con questa dimostrazione, l’associazione ha voluto chiedere per l’ennesima volta l’immediato rilascio dei macachi utilizzati per esperimenti nell’ambito delle neuroscienze nonché la liberazione graduale di tutte le altre specie utilizzate per la sperimentazione farmacologica, ovvero conigli e topi, che perdono la loro libertà in nome di una sperimentazione allace dal punto di vista etico e scientifico. Chiedere la liberazione degli animali stabulati, comporta conseguentemente la richiesta che i fondi destinati all’ampliamento dello stabulario, specificatamente 1.965.962,19 euro stanziati dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del Por Fesr, Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di sviluppo regionale 2007-2013, vengano utilizzati per lo sviluppo di metodi di ricerca all’avanguardia, etici e di rilevanza umana, che sostituiscano l’impiego di animali.

Si pensa che se non c’è la sperimentazione su animali non ci possa essere ricerca ma questo è un errore perché il processo di sperimentazione vede già gli uomini come ‘cavie’: dai test di verifica sugli animali, infatti, si passa alla sperimentazione sull’uomo , prima sui volontari sani e poi sui pazienti malati. La sperimentazione clinica sui malati è indispensabile mentre è del tutto evitabile quella sugli animali grazie ai nuovi metodi di ricerca sostitutivi che sono in genere classificati in due categorie: quelli che adoperano cellule e tessuti umani, le cosiddette ‘colture in vitro’, e quelli basati sulla bioinformatica, o ‘in silico’. I metodi sostitutivi più moderni sono quelli in 3d: i sistemi di colture cellulari in 3d, infatti, permettono di riprodurre la complessità dell’organismo in vivo, come in 3d sono le metodologie in vitro e in silico su tessuti umani che possono essere utilizzate in maniera integrata tra loro. In Italia gli stanziamenti per implementare i metodi sostitutivi di ricerca sono a un punto tragico ma finché non verrà finanziato lo sviluppo di queste valide metodologie non sarà possibile abolire l’inutile e inaffidabile sperimentazione sugli animali.

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11.10.2014 - CORTEO NAZIONALE CONTRO LA VIVISEZIONE E LO STABULARIO DI FERRARA


Grande successo della manifestazione nazionale che si è svolta Sabato 11 Ottobre a Ferrara. Un migliaio di persone provenienti da tutta Italia ha sfilato in corteo dalla Stazione a Piazza Ariostea per manifestare contro l'ampliamento dello stabulario dell'Università di Ferrara e contro l'impiego di animali in tutti i laboratori di ricerca in Italia.
All'associazione organizzatrice, Animal Defenders, e agli attivisti locali si sono si sono unite associazioni e volontari provenienti da tantissime regioni Italiane, arrivati con pullman e macchine dal Nord e dal Sud del Paese.

I manifestanti hanno dimostrato il loro dissenso sfoggiando striscioni, immagini, slogan contro l'impiego di animali nella ricerca biomedica e intonando una serie di cori, tra cui il più pronunciato “Università nei vostri stabulari non c'è scienza ma i vostri sporchi affari”. Hanno reclamato a gran voce per tutta la durata del corteo lo sviluppo dei metodi sostitutivi poiché finché i fondi continueranno ad implementare la ricerca basata sul modello animale non ci potrà essere un vero progresso scientifico.
 

Sul furgoncino che ha tenuto testa al lunghissimo corteo, gli speaker hanno fatto appello ad una ricerca etica, affidabile e predittiva, in quanto nello studio di molecole e dispositivi sperimentali gli effetti sono specie-specifici ovvero variano da specie a specie risultando dunque irrilevanti e inaffidabili nello studio delle patologie umane. Ad affermare ciò è lo stesso Silvio Garattini nel 1985, ricercatore scientifico in farmacologia, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.

Tra i partecipanti alla manifestazione si è distinta una donna in sedia a rotelle sfoggiando il seguente cartello “Finché la ricerca sarà di retroguardia non guarirò mai”.

Il corteo è durato più di tre ore, e si è concluso in Piazza Ariostea con l'intervento del Dott. Massimo Tettamanti, responsabile legale del progetto Italia Senza Vivisezione, e la Dott.ssa Valeria Roni, biologa e consulente scientifico.

I cittadini di Ferrara hanno accolto molto positivamente l'evento civile e pacifico affacciandosi alle finestre e acclamando i manifestanti.

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03.10.2014 - Accesso NEGATO allo Stabulario di Ferrara

Venerdì 3 Ottobre due deputati della Camera accompagnati dal presidente di Animal Defenders, si sono recati presso i laboratori del dipartimento di scienze biomediche e chirurgo-specialistiche dell’Università allo scopo di verificare lo stato di salute e di benessere degli animali stabulati all’interno a fini di sperimentazione scientifica, nonché fare chiarezza su alcune allarmanti segnalazioni ricevute in merito al trattamento e alle condizioni dei primati presenti nella struttura.
Nonostante la visita fosse stata comunicata con il dovuto preavviso al responsabile del dipartimento, è stato negato loro l’accesso. Cosa nasconde l'Università? Cosa non doveva essere visto?

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28.04.2014 - Veglia notturna contro lo Stabulario di Ferrara

In occasione del secondo anniversario della ‘liberazione’ dei beagle da Green Hill Animal Defenders ha organizzato in  a Ferrara davanti al Polo Chimico Biomedico dell’Università una veglia notturna di protesta contro la costruzione del nuovo stabulario destinato ad ospitare e allevare animali da laboratorio.

Oltre un milione e mezzo di euro dei soldi versati da contribuenti ignari finanzieranno la morte di migliaia di animali macachi, topi, roditori, ratti, cavie e conigli. Ma anche uomini, i malati che ancora aspettano cure efficaci. Da mesi la città si sta mobilitando per protestare contro questa costruzione. Presidi, volantinaggi, flash mob, petizioni stanno cercando di informare sempre più persone al riguardo. Ieri sera con lumini e manifesti si è squarciato il buio della notte Ferrarese e l’oscurità di una scienza ormai superata.

La manifestazione, organizzata nella notte tra il 27 e il 28 aprile, fa parte di una iniziativa a livello nazionale che celebra la ‘liberazione’ dei beagle da Green Hill che ha visto gli attivisti animalisti davanti ai laboratori, agli stabulari, alle grandi aziende chimico-farmaceutiche muniti di candele e dei fiori e lanterne cinesi liberate nel cielo per far luce sulla vivisezione. È ora di agire: le atrocità che gli animali ogni giorno subiscono non devono restare nel buio dei laboratori. Perché la vivisezione in Italia non è finita: ci sono ancora 600 laboratori in cui vengono torturati e uccisi 900 mila animali ogni anno. Non basta cambiare nome alla vivisezione per farla finire, non basta chiamarla "sperimentazione animale" o "ricerca in vivo" perché diventi meno cruenta o più utile. La vivisezione uccide il topo (e il coniglio e il cane e la scimmia) e fa diventare gli uomini cavie.

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16.04.2014 - Proiezione del film Maximum Tolerated Dose

Presso la Sala Boldini è stato presentato il film “Maximum Tolerated Dose – Massima Dose Tollerata”, documentario del regista Karol Orzechowski.

La proiezione organizzata dall'associazione Animal Defenders, consiste in una testimonianza cinematografica delle storie di tecnici di laboratorio che hanno abbandonato la sperimentazione animale in seguito a riflessioni di carattere etico, trovandosi costantemente di fronte a strazianti storie di animali da laboratorio.

L’espressione “Massima Dose Tollerata” nell'ambito della sperimentazione sugli animali indica la quantità di prodotto che occorre per uccidere l’animale oggetto di un esperimento. Ma nel film essa assume un significato in più, indicando metaforicamente la dose massima di crudeltà che i ricercatori possono tollerare di fronte a una sofferenza non necessaria scientificamente ed eticamente intollerabile.

I protagonisti umani del film sono i ricercatori che hanno avuto il coraggio di dire basta alla crudeltà della sperimentazione animale, ribadendo la sua inutilità per capire le patologie umane. Tra le varie testimonianze troviamo per esempio quella di Rachel Weiss, ricercatrice ossessionata da uno scimpanzé infettato dal virus HIV e la cui sofferenza è durata per anni fino all’eutanasia finale.

“Maximum Tolerated Dose”, pur non soffermandosi su immagini cruente provenienti dai laboratori di ricerca, ha dato prova di essere un’eccellente testimonianza di questo mondo, vincendo il Premio come miglior Film sui Diritti degli Animali all'Artivist Film Festival nel 2012.

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10.04.2014 - Conferenza sul tema della sperimentazione animale con il Dott. Massimo Tettamanti

A seguito delle proteste contro l’ampliamento dello stabulario dell’Università di Ferrara l’associazione Animal Defenders ha organizzato presso la sala San Francesco (via Savonarola 3), una conferenza sul tema della sperimentazione animale con la partecipazione di Massimo Tettamanti, contrario alla sperimentazione su animali, laureato in chimica, presso l’Università degli Studi di Milano, dottorato di ricerca in scienze chimiche presso l’Università degli Studi di Milano e Siena, responsabile legale del progetto “Italia senza vivisezione”, coordinatore del Centro internazionale per le alternative nella ricerca e nella didattica, consigliere scientifico dell’associazione Atra, Advisor del Mahatma Ghandi Center del Governo indiano, direttore del Nutrition ecology international center, consigliere scientifico e consulente onorario del Commitee for the Purpose of Control and Supervision of Experiments on Animals del Governo indiano.

I ricercatori dell'università di Ferrara invitati alla conferenza per un confronto hanno disertato la serata dimostrando ancora una volta di non avere argomenti per sostenere le proprie tesi.

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16.03.2014 - Camminata e tavolo informativo contro la vivisezione a Ferrara

In occasione dell’evento Ferrara Marathon, l’associazione Animal Defenders ha partecipato alla camminata di 7 km indossando magliette contro la vivisezione e la costruzione del nuovo stabulario a Ferrara.

Contemporaneamente è stato organizzato anche un tavolo informativo dove è stato possibile firmare la petizione contro la costruzione dello stabulario.